La Basilica Cattedrale
La Cattedrale di Larino, consacrata il 30 Luglio 1319, dedicata al Patrono della città e all'Assunta, è considerata uno degli edifici più importanti dell'architettura religiosa dei secoli XIII e XIV dell'ltalia centrale. Presenta una struttura spaziale tipicamente romanica nella quale si innestano alcuni elementi formali tipici della corrente culturale del gotico, di cui l'arco ogivale rappresenta l'elemento più tipico. Gli studi attuali concordano nel ritenere l'organismo realizzato in due tempi diversi. Le opinioni degli studiosi sulla primitiva cattedrale non sono concordi; il Tria non offre indicazioni precise,il Magliano invece appare convinto che l’antica Larinum essendo sede vescovile, ebbe la sua Cattedrale fin dagli albori del Cristianesimo, è certa infatti la presenza di un Vescovo Giusto nel 492 d. C. così come della Chiesa principale intitolata a SS. Maria Dei Genitricis,edificata sicuramente dopo l’anno 431, dove poi fu deposto nell' 842 il corpo di San Pardo. Nel ‘400 fu costruito un altare nella navatella destra,dove furono riposte le reliquie del corpo di San Pardo. Nel Cinquecento venne realizzato il campanile, su un basamento costruito nel 1451 dal maestro Giovanni di Casalbore di Avellino. Il Seicento fu un secolo di crisi; infatti nel ‘56 Larino fu colpita dalla peste e Monsignor Catalani con l’intento di restituire una dignità economia e religiosa alla città, decorò la Cattedrale con oggetti preziosi e con la statua argentea di San Pardo. Inoltre rialzò il livello del pavimento per evitare l’ eccessiva umidità causata dall’ infiltrazione delle acque provenienti dall’episcopio. Per dare luce alle navate laterali fece aprire nella facciata due finestre , sfregiando l’edificio a tal punto che intorno al 1875-76 vennero richiuse all’interno da Emilio Calvitti ed esternamente dal maestro Nicola Terreri nel 1898-99. Nel 1818 Mons. Lupoli imbiancò la Cattedrale imbrattandola e nel 1866 il maestro Fagnani rimise a nudo tutto il deturpato. Nel XVIII secolo, per volontà del Tria furono realizzate sovrapposizioni in stile barocco che alterarono lo stile originario,queste poi furono eliminate dai restauri degli anni trenta e quaranta. Nel 1945 venne abbattuto il soffitto della navata centrale e sostituito dall’attuale copertura a capriate lignee. Durante i lavori di restauro sulla navata destra tornarono alla luce alcuni affreschi del XIV secolo raffiguranti S. Orsola e le compagne,S. Michele Arcangelo e S. Benedetto. La Basilica Cattedrale di Larino, fu dichiarata monumento nazionale nel 1890, mentre con Bolla Pontificia del 13 Luglio 1928 è stata insignita del titolo di Basilica Minore.
Il Palazzo Ducale
L’edificio nell’attuale Piazza Duomo non
presenta nulla più delle vestigia del passato, se non per la torre posta sul
lato nord-ovest dell’antica struttura. Sappiamo con certezza che in origine fu
un castello feudale costruito tra il 1100 e 1200 dai conti normanni di forma quadrilatera, munito ai quattro angoli di una torre e da tre fortini,
ancora visibili solo su due facciate; una dal piazzale del vecchio convento di
San Francesco da cui si accedeva mediante una scala e la seconda verso la
campagna, che oggi si prospetta su via Circonvallazione. Per il Magliano la sua fondazione si deve attribuire a Ruggiero De Dragone o a
Roberto De Causencia, sulla base di notizie che fornivano Salvatore Pinto e
Mons. Tria. La posizione del castello era strategica data
la vicinanza con porta di piano; uno dei due accessi esistenti a Larino fino
alla prima metà dell’800. Probabilmente l’edificio
sorgeva su uno sperone in pietra di tufo; presupposto che
potrebbe motivare la costruzione in quel sito, alto e ben difendibile. Questo
inoltre spiegherebbe anche l’esistenza
di vari pozzi di acqua salmastra, cantine per la conservazione dei vini e inaccessibilità in alcuni punti dell’attuale Palazzo nella parte inferiore
dell’atrio interno,dove originariamente si accedeva con un ponte levatoio. Il Magliano sostiene che all’entrata della città si
trovava il castello edificato in un posto alquanto alto ed attaccato alla
muraglia. L’ingresso si trovava nella piazza dove sorge la Cattedrale. L'edificio svolgeva la precisa funzione di sentinella e di difesa a vantaggio del
territorio circostante. Documenti dell’archivio di Napoli informano che nel 1663
il castello apparteneva alla famiglia dei marchesi Brancia e al palazzo si accedeva
mediante due portoni che conducevano al cortile interno dotato di una cantina
per la conservazione del vino e di pozzi. Acquistato il castello dai Signori
Di Sangro, subì molte e importanti modifiche ed abbellimenti; costruirono
l’attuale loggia sull’antica rampa e aprirono un altro accesso nel lato
meridionale che un tempo era dotato di
ponte levatoio. Alla famiglia Di Sangro si devono anche la costruzione del
porticato a due ordini e i dipinti sulle volte e sulle mura che possiamo ancora
ammirare. Nel 1846 il palazzo venne acquistato dal Municipio di Larino. Nel
corso del XIX secolo vennero fatte altre modifiche; nel 1871 furono demolite la
rampa seicentesca e la facciata; nel 1888 venne costruita l’attuale facciata su
piazza Vittorio Emanuele II e aggiunto il corpo con il nuovo portale. Intorno al 1900 un’ala fu destinata ad albergo e altri locali furono adibiti ad uso
commerciale. L’edificio oggi è costituito da più piani,
presenta un atrio porticato che sorregge un loggiato con archi a sesto
acuto,dove si trova un'edicola funeraria raffiguranti i busti di avio Scipione
e la moglie Optata. Al primo piano sono ubicati la Biblioteca Comunale
e il Museo Civico che custodisce oggetti
antichissimi e tre mosaici di età imperiale rinvenuti nell’anfiteatro romano ;
m. della lupa,del leone e degli uccelli. In una stanza posta nel porticato
inferiore è presente un affresco del 1907 raffigurante l’ala in campo
azzurro,simbolo della città, opera del pittore Luigi Benevento. Sul finire degli anni novanta,la Soprintendenza ai beni
architettonici, sulla base di una foto d’epoca, decise di recuperare questo
corpo aggiunto fornendogli la fisionomia di come doveva essere sul finire dell’
800, cercando di riprendere l’antica facciata.
Uno dei maggiori monumenti risalenti all'epoca romana è l'anfiteatro e fu realizzato tra il II e il II secolo a.C. L'anfiteatro presenta quattro ingressi principali ed anche degli ingressi secondari, questi permettevano l'ingresso alle gradinate. L'anfiteatro di Larino è uno degli esempi di rinnovamento edilizio che interessò gli edifici destinati.I muri in elevato sono realizzati con opus coementicium con paramento in mattoni interrotti da tratti in opera reticolata. Il piano dell'arena è bombato al centro, in modo da permettere la raccolta delle acque nel canale che la circonda. Per l'accesso all'arena e agli ordini inferiori della cavea si aprono quattro porte di cui due (nord e sud) di maggiori dimensioni. Per la distribuzione degli spettatori serviva un ambulacro con volte a botte nel quale si aprivano 12 vomitori corrispondenti ad altrettante gradinate radiali, mentre l'accesso all'ordine superiore era assicurato da scale esterne come avveniva nell'anfiteatro di Pompei.
I Mosaici
A Larino furono ritrovati diversi mosaici,la maggior parte concentrati sulla via principale del Pian San Leonardo; Via Giulio Cesare,poco distante dall'anfiteatro,questi oggi costituiscono un bene preziosissimo per il nostro Paese.
Parco archeologico e villa Zappone
Importante è anche l’ elegante villa in stile liberty a pochi metri dall'Anfiteatro romano, originariamente costruita nel 1900 su un terreno di quasi tre ettari dell'Avvocato Filomeno Zappone. Nel 1994 lo Stato ha esercitato diritto di prelazione nei confronti della villa e del parco archeologico che nasconde in profondità resti romani; ne sono testimonianza il ritrovamenteodei mosaici che appartenevano alle terme. All'interno della scuderia è visibile un condotto fognario,evidentemente al servizio delle terme ma anche dell'intero settore urbano.
Per oltre un secolo l'intera area era del tutto sconosciuta ai larinesi; prima perché di proprietà dei benefattori Zappone, poi a causa degli ostacoli sorti per la sua gestione. Il 16 giugno 2010 fu siglata l'intesa tra l'amministrazione comunale, la direzione regionale dei Beni Culturali e l'Università degli Studi del Molise, da quel giorno "Villa Zappone è tornato alla città. Oggi si può visitare il parco durante la mattina e su prenotazione grazie anche all'associazione Me.Mo.