giovedì 16 ottobre 2008

Festa Patronale

La Festa di San Pardo 



La caratteristica festa di San Pardo, Patrono principale di Larino e della diocesi,si svolge il 25,26 e 27 maggio ed è considerata da noti esperti una delle più belle che si celebrano in Italia. Le origini di questa festa sono datate nell'anno 842 quando alcuni abitani sopravvissuti all'invasione dei Saraceni,trovarono il sepolcro che racchiudeva il corpo di San Pardo,considerandolo come un ritrovamento divino,i larinesi elessero il Santo come loro protettore,caricarono le sue spoglie su un carro rivestito di fiori e lo portarono in Città,in una trionfante processione. Ancora oggi circa 130 carri trionfali o a capanna trainati da pecore,vitelli,mucche e buoi,artisticamente addobbati e ricoperti di fiori,offrono uno spettacolo indimenticabile. L'allestimento dei carri è un operazione che richiede tempo e impegno,vengono coinvolti tutti membri della famiglia per fissare i fili,sistemare coperte,stoffe ricamate,cucire i fiori e gli addobbi. Il Carro rappresenta il simbolo della famiglia tramandato da generazione a generazione,in segno di continuità e della tradizione. I Carri più grandi, sono trainati dai buoi e vacche: i protagonisti più numerosi, mentre un numero più limitato sono rappresentati da carri medi e piccoli, trainati da vitelli, pecore e quelli di ridotte dimensioni sono trainati a mano dai bambini. Ciascun carro è contraddistinto da un numero progressivo,attribuitogli a seconda della data di fondazione;i numeri più bassi corrispondono a quelli più antichi,quelli più alti sono di origine recente.


Il 25 maggio



Dopo il tramonto del primo giorno,i carri si avviano lentamente dal centro storico verso la parte alta di Larino,chiamata Pian San Leonardo,dove sorge una piccola cappella all'interno del cimitero,dedicata al Martire larinese San Primiano. Qui inizia la processione ,dopo che il simulacro del Santo viene deposto nel carro n.1 A notte fonda,lo spettacolo si fa vivo,con mille luci alimentate da piccole lampade multicolori dei carri e nelle fiaccole del corteo. La processione sfila a passo lento insieme ai carri. Per concludere così il primo giorno di festa,quando il secondo già incombe,la luminosità delle lampadine e della lunga fiaccolata ,esaltata dal buio della sera,costituisce uno spettacolo unico e imperdibile.


Il 26 maggio


Il giorno seguente è quello più importante,perchè ricorda l'arrivo in Città delle spoglie di San Pardo,avvenuto nel'anno 842. In questo giorno i carri sfilano da un capo all'altro del quartiere medievale,percorrendo vie tortuose e strette,dove è possibile ammirare uno scenario meraviglioso,dove a volte il corteo procede molto lentamente a tratti,incrociandosi in un doppio senso di marcia. Nel frattempo i Santi,tutti rigorosamente maschi,vengono portati a spalla in coda al cordone dei carri. L'ultimo dei Santi a sfilare è proprio S.Pardo quasi a cedere il passo in segno di cordialità.


Il 27 maggio


La fase conclusiva del 27 maggio consiste nel riaccompagnare il simulacro di San Primiano, per mezzo del carro n. 2, nella sua abituale dimora,situata in San Leonardo, un accompagnatore di eccezione posto sul n.1 è San Pardo,mentre tutti gli altri carri li precedono. In prossimità del cimitero ,nel primo pomeriggio,dopo la celebrazione della Messa,i partecipanti accampati nei suoi pressi si dedicano alla tanta attesa scampagnata,alla quale i visitatori,sono cordialmente invitati a partecipare. Al termine,dopo l'adeguata ristorazione ,si proseguirà alla volta della Cattedrale per concludere definitivamente la festa. In quest'ultima fase ,il Canto popolare è intonato più forte del solito,man mano che la strada da compiere si accorcia. Giunti nuovamente nel centro storico,la processione si conclude dopo essere passata nei vicoli stressi del Paese e successivamente postano aspettando il rientro del Santo Patrono nella sua dimora.. la Cattedrale a lui dedicata.


Le origini del Santo



Pardo,fu vescono di Corinto,nel periodo delle persecuzioni contro i cristiani,dopo atroci torture subìte da parte del Vescovo,decise di esiliare a Lucera. Intraprese quindi un lungo viaggio per raggiungere il suo luogo di esilio,costeggiò così il mare Adriatico,giungendo a Larinum ,dove si soffermò per tre anni e contribuì alla diffusione del Cristianesimo. Morì il 17 ottobre del 261 e fu sepolto nel tempio di Cerere,dove rimase fino al 26 maggio del 842,quando i Larinati trovarono il suo sepolcro. Conosciamo diverse leggende sul Santo Pardo,una di queste è quella in cui all'ingresso della città larinese,i buoi stanchi e sfiniti dalla sete caddero a terra ,fu così che il guardiano del carro pregò il vescovo affinchè lo aiutasse nel termine del viaggio. Così Pardo esercitò un foro nel terreno ,dove ebbe vita una fonte con la quale i buoi potetteto dissetarsi e riprendere il loro cammino. Nel 1984 la fontana è stata recuperata e riportata alla luce,l'attuale conformazione è a vasca ed ha una profondità di circa 2.60 m.